la pioggia nel pineto

La pioggia nel Pineto

codice: 596

Tributo alla celeberrima poesia "La pioggia nel pineto" di Gabiele d'Annunzio

codice: 596
larghezza (cm): 70
altezza (cm): 50
disponibile subito: no
valuta tempi: tempi di produzione
supporto: Vellum
materiali e strumenti: Inchiostro ferrogallico, Penna d'oca, Tecnica mista
in collaborazione con: Elisa Lo Presti

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.

Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.

E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.

Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.

Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.

E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.


Quando il Sig. Gelao di Scritto a Mano - Scriptorium Amanuense mi ha proposto di illustrare La Pioggia nel Pineto ho avuto qualche tentennamento, diciamoci la verità.
Devo avergli risposto qualcosa tipo " ma quando mai hai visto uscire dal mio pennello una qualsisasi foglia? O fiore??? Di grazia quando? "
Ma poi...
Dovete sapere che noi al telefono ci passiamo spesso delle ore : chiacchiere futili, filosofie, risate ma anche tanta tanta tanta progettazione.
Quella volta lì mi colpì particolarmente la visione appassionata del Committente , rimasi incantata e per assurdo accettai.
Fosse stato il 2019 ...il 2022 chissà avrei declinato forse ma il 2021 rappresenta per me l'anno della trasgressione ! Mentre Le atmosfere oscure e i miei diavoli attendono di uscire incatenati in cantina - 😁sto solo restrutturando casa e non ho un laboratorio per " il lavoro sporco" - i pennelli di RRH hanno lavorato per acquisire upgrade tecnici o rispolverare manualità arrugginite : il 2021 è l'anno delle sfide!
Ma ritorniamo a D'Annunzio .
Una sfida naturalistica, una sfida poetica anche , ho passato ore a studiarla, a studiare D'Annunzio e la sua vita , i luoghi dove ha vissuto e dove ha scritto la poesia... insomma un tuffo ai tempi del liceo che mi ha fatto entrare nel mood e concepire la decorazione .
Per quanto riguarda la progettazione dell'impianto si è pensato a prendere come modello un tempietto colonnato sormontato da un timpano triangolare completamente immerso nella natura .
I versi sono diventati le colonne, il titolo in oro zecchino l'architrave e il nome del poeta il timpano.
La vedete la struttura?
Bene.
Il nostro tempietto fatto di poesia se ne stà tutto sulla sinistra per lasciar spazio a destra ad elementi in primo piano che creano la prospettiva della scena che si svolge su di una radura che affaccia sul mare.
A destra e a sinistra i pini marittimi fanno da cornice all' intreccio della vegetazione citata nella poesia : mirto , Ginestra, Ginepro, Tamerici salmastre ...
Nella parte bassa della cornice troviamo La Rana , i muschi e il "panismo" raffigurato con un accenno di corpo femminile che si fonde con il suolo verdastro. Immancabile il mare scandisce l'orizzonte. In un primo momento lo avevo rilegato in un angolino ma poi si sa, il mare è prepotente e si è preso tutta la scena ..e io non mi sono opposta .
Per dare il senso di umido e di pioggia sul vellum che non ama l'acqua ho usato si l'acquerello ma semisecco e l'ho impastato di grafite per dare il senso grigioso nell'armosfera, i profili confusi tipici di quando oltre alla pioggia c'è nell'aria quella nebbiolina ... Avete presente?
Non una goccia di inchiostro che avrebbe aumentato troppo il contrasto, non un colore brillante che avrebbe snaturato la mia idea di uggiosità .
Questo è il risultato e spero vi piaccia !
Questa è una di quelle pergamene che io ho soprannominato " del Diavolo" per il grado di complessità e la sfida nella realizzazione per una che come me sguazza forte con il nero 😈.