- codice: 694
Il cantico delle creature magistralmente miniato dal maestro Alfredo Spadoni
- codice: 694
- larghezza (cm): 55
- altezza (cm): 30
- disponibile subito: no
- valuta tempi: tempi di produzione
- supporto: Carta bambagina
- materiali e strumenti: Blu di lapislazzuli, Guazzo artigianale, Inchiostro ferrogallico, Oro in conchiglia, Penna d'oca, Rosso vermiglione
- in collaborazione con: Alfredo Spadoni
- il testo è una replica fedele del codex 338, f.f. 33r - 34r, sec. XIII, custodito nella Biblioteca del Sacro Convento di San Francesco, Assisi. Ad oggi il più antico manoscritto conosciuto riportante il testo del cantico delle creature
- la decorazione, ad opera del maestro Alfredo Spadoni, è un'opera originale che attinge agli stilemi ed alle forme tipiche dei codici del XIII e XIV secolo
-
Il Codice 338 è il codice più famoso e più importante dell'antica biblioteca medioevale del Sacro Convento di San Francesco in Assisi. È una raccolta miscellanea dei documenti più autorevoli riguardanti san Francesco e l'ordine dei frati minori da lui fondato.
È stato confezionato con l'intenzione di poter salvare i testi istituzionali dall'inevitabile deterioramento degli originali e per poter disporre degli stessi testi per la lettura comunitaria. Accanto alla raccolta degli scritti in prosa e in versi di san Francesco, il manoscritto colleziona altri dieci testi liturgici e narrativi tra cui: La Regola e altri scritti; la raccolta di miracoli utilizzati per la canonizzazione di san Francesco; la Legenda corale; la Legenda versificata; alcuni testi Clariani; l'Ufficio di Santa Chiara e la Legenda di Santa Chiara.
Il manoscritto costituisce in pratica la summa della liturgia, del diritto e della agiografia francescana. La sezione liturgica si può far risalire agli anni 1257-1260; quella propriamente relativa agli scritti del Santo agli anni '40 del secolo XIII. Queste due parti principali sembrano siano state unite poco dopo il 1279 (L. Pellegrini).
Per quanto concerne la sezione degli scritti, è stata ipotizzata una committenza di carattere quasi ufficiale ed una redazione da porsi fra il Capitolo di Genova (1244) e la stesura della Vita II e del Trattato dei miracoli (1250- 1253) di fra Tommaso da Celano, O.Min. In questa pregevolissima raccolta, spicca naturalmente il celebre Cantico di Frate Sole (cc. 33r - 34r), mancante purtroppo della linea melodica, pur prevista dall'amanuense, che rappresenta, per le ragioni suddette, la più antica tradizione manoscritta della celeberrima lauda,che costituisce, come è noto, uno dei testi di lingua del nascente volgare italico.
Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimu, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui; et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli che 'l sosterrano in pace, ca da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali.
Beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.