Il tributo alla poesia immortale di Shakespeare. Il brano riporta le parole di Romeo che fantastica sugli occhi di Giulietta.
- codice: 413
- larghezza (cm): 20
- altezza (cm): 30
- disponibile subito: no
- valuta tempi: tempi di produzione
- supporto: Carta bambagina
- materiali e strumenti: Inchiostro di mallo di noce, Oro in conchiglia, Penna d'oca
Silenzio! Quale luce irrompe da quella finestra lassù?
È l'oriente, e Giulietta è il sole.
Sorgi, vivido sole, e uccidi l'invidiosa luna,
malata già e pallida di pena
perché tu, sua ancella, di tanto la superi in bellezza.
Non essere la sua ancella, poiché la luna è invidiosa.
Il suo manto di vestale è già di un verde smorto,
e soltanto i pazzi lo indosano. Gettalo via.
È la mia donna; oh, è il mio amore!
se soltanto sapesse di esserlo.
Parla, pure non dice nulla. Come accade?
Parlano i suoi occhi; le risponderò.
No, sono troppo audace; non parla a me;
ma due stelle tra le più lucenti del cielo, dovendo assentarsi,
implorano i suoi occhi di scintillare nelle loro sfere fino al loro ritorno.
E se davvero i suoi occhi fossero in cielo, e le stelle nel suo viso?
Lo splendore del suo volto svilirebbe allora le stelle
come fa di una torcia la luce del giorno; i suoi occhi in cielo
fluirebbero per l'aereo spazio così luminosi
che gli uccelli canterebbero, credendo finita la notte.