Una poesia dedicata al paese di Apecchio per onorare il sindaco uscente
- codice: 701
- larghezza (cm): 60
- altezza (cm): 40
- disponibile subito: no
- valuta tempi: tempi di produzione
- supporto: Carta bambagina
- materiali e strumenti: Inchiostro ferrogallico, Oro in conchiglia, Penna d'oca
Apecchio dal latino apicula
nome di un paese dell'Appennino
che ho sempre sentito animale
perché vi era nata mia nonna
già in età di lavorare in casa
e nei campi già con la gonna scura
e le trecce in nodo sulla nuca
partita da Apecchio a nove anni
per andare a servizio in citta
da piccoli conti vassalli
che avevano solo un'altra serva
vecchia e morente.
Apicula l'accompagnò per un lungo tratto
e l'aiutò a viaggiare e a non piangere.
Da sola mia nonna dopo pranzo
quando tutti dormivano o quando
nei pomeriggi suonavano il piano
imparò a leggere e a scrivere
e a undici anni potè spedire
la prima cartolina per Aprecchio.
Tornò a rivedere Apicula
a quaranta anni affrancata dal servizio
quando mio nonno vedovo e più vecchio
la sposò e la condusse in viaggio.
Mia nonna riconobbe il paese
e nient'altro intorno e dentro
che il piccolo animale del suo primo
giorno di vita e di lavoro.
Ritrovò il rosmarino che aveva piantato
anche se non c'era più recinto né stradino
e ne strappò un rametto azzurrino
per quel marito che l'aveva liberata
e che si faceva guardare contento e giusto
anche quando doveva essere servito.
Mia nonna alla sera scioglieva
le trecce e si allentava il busto
per aspettare il suo amoroso marito
e intanto sentiva che apicula
viveva e ancora l'incoraggiava.
Non era mai ovvio e banale per lei
che il suo paese animale e il suo
uomo e ogni altro ene esistessero
vivi in ogni momento e pensiero
come in ogni atto e parola
e che tutto fosse rivolto al bene
come il giorno e la notte
sopra il cielo di Apecchio
e sopra ogni altro specchio.
Mai niente le fu tolto o nascosto
se non giustamente,
e trovò sempre il loro posto
a tutte le cose,
e sempre spazio nella mente
per quell'odore di rosmarino
di Apecchio apicula in latino,
paese che si rende animale
per essere più grato e vicino.
Così lei che sotto lo zinale
teneva ogni possibile modo
di far rivivere il tempo.