Il tributo a "L'infinito", la celebre poesia di Giacomo Leopardi.
La particolarità di questo lavoro è che l'inchiostro è stato ottenuto direttamente dalla terra del colle dell'infinito.
Il capolettera è stato realizzato con due tipi di oro:
- Oro 24 karati in foglia per la "S" ed il filo dorato che fa da cornice
- Oro 22 kt in conchiglia misto a bronzo dorato per il resto della decorazione
- codice: 561
- larghezza (cm): 30
- altezza (cm): 36
- disponibile subito: no
- valuta tempi: tempi di produzione
- supporto: Vellum
- materiali e strumenti: Oro in conchiglia, Penna d'oca
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
Questo è un lavoro che ha una storia particolare, così particolare da renderlo UNICO NEL SUO GENERE.
Non mi capita spesso di darmi "pacche sulla spalla", e di dirmi "Bravo! Bella trovata", ma questa volta ammetto di essere rimasto piuttosto soddisfatto della mia tendenza al "pensiero laterale".
Ecco i fatti:
Tempo fa mi contatta un committente che mi chiede di trascrivere l'Infinito di Giacomo Leopardi su pergamena.
Ha guardato i miei lavori sul sito dello Scriptorium, quindi procede a colpo sicuro e mi indica un modello realizzato in passato.
Ci accordiamo, e poi mi aggiunge:
"Vorrei un lavoro semplice ove, come modifica a quanto visto, mi piacerebbe che risaltassero i colori collinari, agresti… questo perché mi piacerebbe che la pergamena sia in grado di richiamare l’ambiente descritto dalla poesia, i colli marchigiani e la visione a cui il Poeta fa riferimento"
In un primo momento ammetto di di essermi trovato smarrito:
"Un pergamena in grado di richiamare l'ambiente descritto, i colli, la visione del poeta?
E come la rendo una cosa del genere?
Non sono nemmeno previste illustrazioni e vuole un lavoro semplice?
Cosa mi invento? Come ne tiro fuori le gambe?"
Mi ci scervello per un po', incapace di trovare una soluzione.
"Ci rinuncio! Adesso gli scrivo e gli dico che non è possibile!"
E addirittura comincio a scrivere quella email, ma non mi decido a finirla né tantomeno a inviarla.
Sono un dannato Recanatese, farebbero bene a togliermi la cittadinanza se mi arrendessi su una cosa del genere!
Così decido di uscire dallo scriptorium... magari una passeggiata mi schiarisce le idee.
È bastato un attimo! Proprio pochi passi.
Il tempo di guardarmi attorno, e girare lo sguardo fino al Monte Tabor (il famoso "colle dell'Infinito"), che è a quattro kilometri e mezzo da dove scrivo.
La folgorazione è stata istantanea:
"Ma se io..."
Ritorno dentro, di corsa, con il viso arrossato dall'eccitazione, cancello l'email che stavo scrivendo e invece chiedo al committente:
"Cosa ne dice di un 'Infinito' SCRITTO CON IL COLLE DELL'INFINITO?"
E da lì gli ho spiegato che sono in grado di ricavarmi pigmento dalla terra e che il pigmento posso renderlo inchiostro.
Il committente si è detto entusiasta di questa mia trovata!
MISSIONE COMPIUTA! E cittadinanza recanatese salva 😉
Da lì ammetto di aver mollato più o meno qualunque altro impegno; avevo il cuore in gola dall'emozione e dalla voglia di realizzare questa cosa MAI VISTA! Non potevo aspettare!
Ho inforcato la bicicletta ed ho pedalato fino al colle dell'Infinito per recuperarne una zolla (chissà cosa hanno pensato i miei concittadini quando mi han visto con il fare da tombarolo, cercare il punto che mi ispirasse di più, chinarmi guardandomi attorno, tirare fuori una palettina per prendere un pezzo di terra? Vabbeh, poco importa: lo sanno che sono "strano" 😅).
Poi si tratta di sminuzzare con cura, mettere la terra sminuzzata in acqua, recuperarne il precipitato filtrando via l'acqua, asciugare tutto in forno, e recuperare infine il prezioso pigmento da legare con la gomma arabica, il miele, il fiele di bue, l'aceto e l'acqua.
Ed ecco il risultato: con il cuore pieno di emozione mostro questo "Infinito" che è stato scritto con la terra del colle su cui era Giacomo Leopardi quando ha concepito questa poesia.
Il capolettera è stato realizzato con due tipi di diversi di oro per far risaltare la "S" dal resto della decorazione (la "S" è in oro zecchino 24kt in foglia).
E d'ora in poi so di poter proporre pergamene ancora più particolari e personali.
Che sia il testo di una canzone scritto con la terra di dove è stato il concerto, oppure una pergamena matrimoniale realizzata con la terra del punto in cui il ginocchio di lui si è piegato per chiederle di sposarlo, o un brano pasquale del vangelo scritto con la terra del Golgota... sia quel che sia, può essere scritto con quella parte di mondo rilevante per chi riceverà il suo scritto.
Perché le tecniche antiche si prestano volentieri a realizzare COSE MAI VISTE 😉
Cosa ne dici? È un'idea valida?
Quale è il punto di mondo più prezioso per te, e cosa ci scriveresti con quella terra?
E soprattutto d'ora in poi, quando girerai il mondo, raccogli una piccola zolla per l'amanuense! Sai mai che ci si possa realizzare una pergamena indimenticabile? 😉