sacrificio di odino

Odino Runatal

codice: 315

Odino sacrifica sé stesso ad Odino per scoprire le rune. Il padre degli dei nordici impicca sé stesso in sacrificio a sé stesso e appeso all'albero della vita (Yggdrasil). muore, rinasce ed impara molte fra cui le rune.

codice: 315
larghezza (cm): 30
altezza (cm): 42
disponibile subito: no
valuta tempi: tempi di produzione
supporto: Pergamena Vegetale
materiali e strumenti: Inchiostro ferrogallico, Penna d'oca
in collaborazione con: Elisa Lo Presti
  • Edda poetica - Hâvamâl stanze 138/145
  • * L'Edda poetica (anche nota come Edda in poesia o Edda maggiore) è una raccolta di poemi in norreno, tratti dal manoscritto medioevale islandese Codex Regius. Insieme alla Edda in prosa di Snorri Sturluson, l'Edda poetica rappresenta la più importante fonte di informazioni a nostra disposizione sulla mitologia norrena e sulle leggende degli eroi germanici.
  • L'Hávamál ("La canzone di Harr, l'eccelso", in norreno) è la seconda composizione dell'Edda poetica.
    Come la Profezia della Veggente, anche questo è un lungo monologo, e a parlare è Odino, qui chiamato con l'epiteto di Hár (l'Alto o l'Eccelso), da cui anche gli altri titoli con i quali il poema è conosciuto: Canzone dell'Alto o Canzone dell'Eccelso.
    Evidenze storiche e linguistiche mostrano che le sue parti più antiche risalgono con ogni probabilità all'inizio del X secolo.

Lo so io, fui appeso
al tronco sferzato dal vento
per nove intere notti,
ferito di lancia
e consegnato a Óðinn,
io stesso a me stesso,
su quell'albero
che nessuno sa
dove dalle radici s'innalzi.
Con pane non mi saziarono
né con corni [mi dissetarono].
Guardai in basso,
feci salire le rune,
chiamandole lo feci,
e caddi di là.
Nove terribili incantesimi
ricevetti dall'illustre figlio
di Bǫlþorn, padre di Bestla,
e un sorso ottenni
del prezioso idromele
attinto da Óðrørir.
Ecco io presi a fiorire
e diventai saggio,
a crescere e farmi possente.
Parola per me da parola
trassi con la parola,
opera per me da opera
trassi con l'opera.
Rune tu troverai
lettere chiare,
lettere grandi,
lettere possenti,
che dipinse il terribile vate,
che crearono i supremi numi,
che incise Hroptr degli dèi.
Óðinn tra gli Æsir,
ma per gli Álfar Dáinn,
Dvalinn innanzi ai Dvergar,
Ásviðr innanzi ai giganti,
io stesso ne ho incisa qualcuna.
Tu sai come incidere?
Tu sai come interpretare?
Tu sai come dipingere?
Tu sai come provare?
Tu sai come invocare?
Tu sai come sacrificare?
Tu sai come mandare?
Tu sai come immolare?
È meglio non essere invocato
che [ricevere] troppi sacrifici:
un dono è sempre per un compenso.
È meglio essere senza offerte
che [ricevere] troppe immolazioni.
Così Þundr incise
prima della storia dei popoli;
poi egli si levò su
da dove era venuto.

Edda poetica - Havamal stanze 138/145

I know that I hung on that windy Tree
nine whole days and nights,
stabbed with a spear, offered to Odin,
myself to mine own self given,
high on that Tree of which none hath heard
from what roots it rises to heaven.
None refreshed me ever with food or drink,
I peered right down in the deep;
crying aloud I lifted the Runes
then back I fell from thence.
Nine mighty songs I learned from the great
son of Bale-thorn, Bestla's sire;
I drank a measure of the wondrous Mead,
with the Soulstirrer's drops I was showered.
Ere long I bare fruit, and throve full well,
I grew and waxed in wisdom;
word following word, I found me words,
deed following deed, I wrought deeds.
Hidden Runes shalt thou seek and interpreted signs,
many symbols of might and power,
by the great Singer painted, by the high Powers fashioned,
graved by the Utterer of gods.
For gods graved Odin, for elves graved Daïn,
Dvalin the Dallier for dwarfs,
All-wise for Jötuns, and I, of myself,
graved some for the sons of men.
Dost know how to write, dost know how to read,
dost know how to paint, dost know how to prove,
dost know how to ask, dost know how to offer,
dost know how to send, dost know how to spend?
Better ask for too little than offer too much,
like the gift should be the boon;
better not to send than to overspend.
.......
Thus Odin graved ere the world began;
Then he rose from the deep, and came again.

Edda poetica - Havamal stanze 138/145