Pergamena matrimoniale ispirata al documento nuziale di Ludovico il Moro e Beatrice D'Este
- codice: 603
- larghezza (cm): 57
- altezza (cm): 52
- disponibile subito: no
- valuta tempi: tempi di produzione
- supporto: Vellum
- materiali e strumenti: Guazzo artigianale, Inchiostro ferrogallico, Penna d'oca, Tecnica mista
- in collaborazione con: Elisa Lo Presti
Di seguito le considerazioni di Diego Bortoluzzi il paleografo che ha collaborato alla creazione di questo lavoro, redigendo il testo della pergamena secondo le formule, gli stilemi e la struttura del documento antico
Ho avuto il piacere e l’onore di collaborare con Stefano Gelao ad un progetto che ai più sembrerà strano.
Ad Agosto quasi per gioco lo ho contattato, in quanto paleografo in erba, per la redazione di un documento, un “falso d’autore” diplomatico.
Il documento che avevo proposto si è arenato ma la contro proposta di Stefano è stata molto interessante: redigere un documento matrimoniale. Neanche vi dico che ho accettato, sennò non ci sarebbe nulla da raccontare.
Quello che ne è venuto fuori è un piccolo capolavoro di tecnica pittorica e di mano calligrafica.
Qual è stata la mia parte in tutto questo?
Io sono il notaro Taggiense che sottoscrive questo documento (ovviamente si tratta di un gioco, non sono un vero notaio), Stefano ne è il secondo notaro, copista de facto.
La redazione di un documento dall’età antica, nel medioevo e fino alla prima età moderna prevedeva la presenza all’interno del documento di tre parti e una serie di formule.
Il tenor formularis, ovvero l’insieme delle formule usate per ciascuna parte di ogni documento, variava e varia in base a luogo, lingua, e atto giuridico, ma aveva una serie di elementi che erano sempre fissi: la data (datum, actum, factum) all’inizio e alla fine.
Io non ho fatto altro che comporre questo testo secondo canoni medievali e rinascimentali, usando la forma che il documento scritto ha mantenuto per circa 1600 anni. Iniziamo a dare un’occhiata a questo documento.
Ogni documento che si rispetti possiede tre parti che sono: Protocollo, Testo o Mesocollo (io per analogia preferisco la seconda, non me ne vogliano i miei insegnanti) ed Escatocollo.
All’interno del protocollo abbiamo l’invocazione, un vero e proprio richiamo alla cristianità, che è usata nei documenti ufficiali fino al 1800 circa, l'intitulatio, ovvero la nomina di chi vuole fare il documento, la salutatio cioè il saluto alle persone cui il documento si rivolge, la datatio ovvero la data sia topica (dove) che cronica (quando). Il mesocollo continua con l’arenga (una vera e propria arringa, l’unico punto in cui si poteva dare prova di retorica) il testo che ho presentato è una citazione tratta dagli Asolani di Bembo, la narratio che, in questo caso, con qualche episodio di vita dei destinatari del documento, spiega l’occasione del documento.
Segue poi lo iuris actus, ovvero il dono che fanno i testimoni agli sposi. Da ultimo l’escatocollo presenta invece la datatio cronica di inizio del lavoro, la datatio cronica e topica del matrimonio, seguita dalle sottoscrizioni dei testimoni e i signa tabellionis, ovvero le sottoscrizioni dei notari, io e Stefano in questo caso. La mia parte altro non è che aria.
Forse è per questo che mi piace la scrittura: rende materiale ciò che materiale non è.
Il vero lavoro lo hanno fatto Stefano ed Elisa che hanno dato materia e forma al documento.
nota dell'amanuense: "mi permetto rispettosamente di dissentire ed obiettare con le conclusioni del Dott. Bortoluzzi, ritengo infatti che La meraviglia dell'opera nasca dalla competente armonia del lavoro di squadra!
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Decorazione
La decorazione è una replica di quella del documento nuziale datato 1494 fra Ludovico il Moro signore di Milano e Beatrice D'Este, figlia di Ercole I duca di Ferrara. L'originale è attribuito a Giovan Pietro Birago, la replica è ad opera di Elisa Lo Presti -
Testo:
Il testo è stato redatto e validato dal paleografo Diego Bortoluzzi, per averlo quanto più simile nel linguaggio, nelle formule e nella struttura di un analogo documento antico