Il verbale inquisitorio che certifica (e sanziona) la Blasfemia del possessore.
L'opera è stata realizzata per Feudalesimo e Liberta che ha fornito i testi. Pensata come un documento scritto in una cancelleria tedesca a cavallo fra la fine del medioevo e l'inizio del rinascimento, la cornice e tutti i decori in stile incisorio agli inchiostri di Davide Schileo
- codice: 659
- larghezza (cm): 32
- altezza (cm): 46
- disponibile subito: si
- in collaborazione con: Davide Schileo
- Note: Stampata dall'antica stamperia Simboli di Recanati, attiva dal 1875
- Altro: In vendita nello shop di Feudalesimo e Libertà
Tutto lo documento è vergato e decorato in stile rinascimentale teutonico; la mano calligrafica è infatti una Gotica Fraktur e la decorazione è una creazione originale che riprende gli stilemi xilografici di Albrecht Dürer e i suoi coevi.
Nella cornice si trovano in cima un domenicano con in mano simboli del Sacro Uffizio Spagnolo, mentre lo stendardo sopra allo capo suo riporta il titolo ed il sottotitolo del principale manuale per l'individuazione e l'estirpazione dell'eresia: il Malleus Maleficarum; mentre nel fondo a tenere lo scudo col nostro blasone, uno dimonio richiamante lo Lucifero del Codex Gigas altresì denominato “la bibbia del Diavolo” per la leggenda che vuole lo testo vergato in una sola notta con l'aiuto diabolico.
Anno Domini millesescento vigesimo terzo, Peninsula Italica
L’inquisito quivi presente, dopo aver jurato sulli Santi Vangeli d’Iddio de dicere la verità su se medesimo in qualitate d’accusato, e sull’altri in qualitate de testimone, per quanto riguarda lo peccato di blasfemia di cui è fortemente sospettato si est dichiarato innocente. Giacché tale asserzione parea fallace e viziata da Maligna presenza, ello è stato invitato a sedersi sovra la Culla di Giuda p’assicurarsi d’aver affermato lo vero.
Poscia lo justo tempo sullo puntuto scranno, ello s’ est ricreduto et habet ammesso di aver: «fatto violenza a Iddio e al Disegno suo pronunziando ‘l nome della Vergine e dello Salvatore congiuntamente a quello di fiere e bestie del Creato». Seguitando nella confessione, ‘l reo habet asserito di: «aver peccato a cagione d’un dito dello piede percosso fortutamente sullo bordo d’uno tavolinetto». Alché ello s’est prorotto nell’elencar con minuzia di dettaglio anatemi scagliati verso l’Altissimo e le Sacre Scritture. Acciocché ‘l lettore Timorato non venga traviato da un vernacolo ‘si sozzo tale immonda loquela est istata omessa da suddetto manoscritto.
Appurata la violenza da costui perpetuata nei confronti di Dio et dello retto favellar, pell’Auctoritas donata alla mea persona dallo Collegio Inquisitorio Provinziale et ad esso dal Vicario d’Iddio in Terra, dichiaro l’inquisito colpevole di: Blasfemia
Poiché l’imputato non pare pentito delle empietà compiute et che fauci ‘si laide non posson ricever perdono da parte degli homini, lo si condanna ad espiar le proprie colpe tramite Rogo purificatore.
In fede