Metti una sera di quelle storte, un po’ così, passate al letto con la testa che scoppia. Metti un cellulare che squilla e metti che all’altro capo c’è Brian May. Sì, proprio lui, il chitarrista dei Queen di Freddie Mercury, una leggenda del rock. Eh già, sono gli «imprevisti» del mestiere. Succede anche questo nella bottega di un amanuense, nel 2019. Amanuense, che strano mestiere e che strana parola. Solo a dirla sa di vecchi tomi impolverati accatastati sulle panche di qualche scrittorio medievale, monaci chini sotto i cappucci, miniature, candele e penne d’oca. «Confesso: era il sogno della mia vita fin da ragazzino, ma non pensavo fosse un programma sostenibile, e invece...» Invece Stefano Gelao, 40 anni, di Recanati, pizzetto e baffoni, un po’ monaco benedettino e un po’ cadetto di Guascogna, ha messo su bottega per davvero. Scriptorium, dice lui.
Si fa la carta con gli stracci di cotone e i colori a mano dalle piante e dalla polvere di lapislazzuli, scrive con una tecnica simile a Leonardo Da Vinci, perché anche lui è mancino, e ha committenti ovunque, dietro l’angolo e anche dall’altra parte del mondo. È l’amanuense ai tempi di internet, bellezza.
Gelao, o maestro Gelao, tra tanti mestieri proprio questo. Come mai?
«Ok, la racconto tutta. Ho studiato al liceo classico, poi sono andato all’Università, ma l’ho mollata. Avevo iniziato a fare il disegnatore di gioielli, una sorta di web design, ma fin da ragazzino mi portavo dietro la passione per la scrittura e la calligrafia».
E alla fine è arrivata la folgorazione...
«Sì, è vero. È arrivata dai fatti di quei tempi, dei terribili tempi moderni, senza arte né memoria della bellezza che fu. L’Isis ditruggeva opere millenarie nei musei, a Pompei crollavano le domus romane. Così mi sono detto: è ora di fare qualcosa. E ho preso la penna in mano per parlare della bellezza del mondo antico».
La penna d’oca...
«Sì, all’inizio scrivevo con penne d’oca che tagliavo da solo, inchiostrino e carta. Ora lavoro con i materiali più belli del mondo, il mio azzurro è polvere di lapislazzuli, i miei inchiostri sono fatti a mano, faccio la carta con gli stracci di cotone, lino e canapa, e utilizzo le stesse tecniche e gli stessi materiali degli antichi amanuensi».
Scusi, ma chi può volere una pergamena scritta a mano oggi che c’è WhatsApp?
«Il mio pubblico è potenzialmente il mondo. La calligrafia è una meravigliosa meretrice di Babilonia, può arrivare da qualunque parte l’uomo abbia lasciato tracce scritte di sé. Ho tantissimi committenti, dagli amanti della storia agli sposini, dagli appassionati del fantasy medievale agli esperti di letteratura, lavoro nel genere gotico e ho una linea di arredamento di interni».
E Brian May che c’entra in tutto questo?
«Allora, la mia compagna Gaia Perotto è una bravissima ritrattista. Pensi, ha dipinto gli occhi degli Hollywood Vampires (è la superband di Alice Cooper, Johnny Deep e Joe Perry, alla quale si affiancano di volta in volta musicisti di fama internazionale, ndr) ed è stata invitata anche a un loro concerto. Ecco, in quella occasione ha conosciuto un membro dello staff di Deep, che lavora anche per Brian May. È stato lui a telefonarci e passarci Brian, che voleva complimentarsi per un nostro lavoro, una pergamena col testo di Innuendo (un celebre brano dei Queen, ndr) e illustrazioni di Freddie Mercury e dello stemma dei Queen. È stato davvero emozionante».
Immagino. Una curiosità: da amanuense le arrivano richieste strane?
«Hai voglia. Ci sono committenti che mi chiedono anche pergamene esoteriche, vecchi sigilli, formule magiche e riproduzioni di incantesimi».
Posso farle i conti in tasca da profano? Si vive facendo l’amanuense?
«Sì, certo, se però si organizza la bottega in modo imprenditoriale, adattandola ai tempi. Io faccio un mestiere antichissimo, ma lavoro tramite i social e accosto la calligrafia all’illustrazione. È un mestiere che va ben organizzato dal punto di vista delle risorse e ha bisogno di una grande promozione. Per questo partecipo ad alcune delle più importanti fiere d’Europa, da Lucca Comics al Wave Gotik Treffen di Lipsia».
Quanto tempo ci vuole per realizzare una pergamena?
«Difficile a dirsi. Consideri che faccio tutto io, dalla carta ai colori e alla scrittura. Per la parte della scrittura almeno 10 o 15 ore per progetti medi, la pergamena va scritta almeno due volte per studiare bene l’impaginazione: brutta copia e bella copia».
Quanto può costare una pergamena delle sue?
«Da poche decine fino a migliaia di euro. Tempo fa ho realizzato un rotolus di tre metri e mezzo. Ecco, quello costa un po’ di più».
Il sogno di un amanuense?
«Sensibilizzare le persone alla bellezza del mondo antico».
La pergamena che vorrebbe vergare?
«Il mio sogno è arrivare alla perfezione del Mira Calligraphiae Monumenta, il gioco di un calligrafo che nel Seicento ha pensato di mostrare al mondo quanto fosse bravo e perfetto in tutti gli stili».
Alessandro Caporaletti