Be my guest, Valentina

(o anche: "la storia dell'invito misterioso")

Valentina Solfrini nella sua pagina professionale scrive di sé: "Fotografo cibo, vino e persone"
Quello che non scrive è che è un'assoluta eccellenza nel farlo.
E non lo dico io, ma il suo cursus honoris, la sua storia, i suoi lavori ed i suoi libri.

Io Valentina l'ho conosciuta che era ancora una ragazzina, e già con la macchina fotografica ritraeva la vita in un modo che mi lasciava sbalordito; l'ho persa di vista per anni (tipo quindici), seguendo ammirato la sua carriera dai social, e poi ritrovata per caso in uno di quei raduni nostalgici che si fanno durante le feste di fine anno.
In quell'occasione mi racconta una cosa: del suo grande amore per la cucina storica e medievale.
Io la sapevo profonda conoscitrice di tutto ciò che riguarda e che è attorno al mondo della tavola e della cucina, ma non immaginavo questa sua passione per l'aspetto storico della stessa; passione tanto accesa da accalorarla durante la conversazione, lei di solito così misurata e discreta.

La cosa mi colpì, tanto da cominciare a maturare un piano.
Uno di quei piani miei da amanuense, di quelli che richiedono studio, pazienza, lunghe ricerche, lettere di presentazione, fare le noie a qualche dottore in materie umanistiche, e parecchio tempo per dipanarsi.

Avanti veloce di qualche mese.
Marzo.

È mattino, sei in ritardo e con la bocca amara ancora ustionata dal caffè che hai preso in piedi e troppo in fretta.
Esci di casa, hai già le chiavi dell'auto in mano ed in testa si accavallano i pensieri delle mille commissioni che ti attendono.
Vedi spuntare la solita pubblicità dalla cassetta delle lettere, quasi trabocca.
Sbuffi, un po' infastidita, ma ti fermi e la apri.
Pubblicità, altra pubblicità, richiesta di donazioni, bolletta (dannazione!)... una lettera.
No, aspetta, non assomiglia nemmeno ad una lettera: non ha busta, ma è un foglio piegato ad arte come nei film storici, e due bolli in ceralacca dorata fermano un elegante filo rosso che sigilla il contenuto; mittente e destinatario sono scritti a mano in corsivo.
"Chi è che si sposa?" Ti chiedi.
Guardi il mittente: Stefano Gelao.
Allora no, sicuramente non è un matrimonio!
Ma la giornata incombe, per cui accantoni quella strana lettera riproponendoti di leggerla più tardi.

Avanti veloce.
Sera, interno di una casetta di campagna.

Tisana calda e fumante, la giornata è finita, la curiosità del mattino - ancora insoddisfatta - bussa di nuovo.
Riprendi la lettera, la guardi, la studi un po': "come si apre?", dopo un attimo capisci che basta tagliare il filo rosso.
Ne apri la prima piega e trovi scritto sempre con la stessa grafia corsiva:
"Invito personale privato per Valentina Solfrini"
Apri la seconda piega, a mo' di sipario e all'interno:

La Signoria Vostra è formalmente invitata ad onorare il sottoscritto della Vostra augusta compagnia e presenza il XX Marzo, occasione nella quale sarete mia gradita ospite dalle ore 10 del mattino sino a cena in una giornata pensata ed organizzata per Voi.
Non Vi verrà rivelato altro, se non che qualora deciderete di accettare Vi viene richiesto un abbigliamento elegante da giorno, l'attrezzatura fotografica, e la miglior predisposizione d'animo per affrontare una giornata fuori dal comune e - nei miei propositi - memorabile.

RSVP

Recanati, lì XX Marzo 2022
Stefano Gelao - Scritto a Mano scriptorium amanuense

Tu cosa avresti fatto?
Io sinceramente non so.
Però so che Valentina alle 10 del giorno prefisso era pronta ad avventurarsi chissà dove, mentre io millantavo una scioltezza ed una padronanza che non mi appartengono (i tre o quattro lettori che seguono le mie ragguardevoli avventure sanno che di solito mi spingo fuori scriptorium solo accompagnato da fidati amici che si assicurano che io sopravviva a me stesso).

Avanti veloce fino ad una Bologna splendente come non avrei mai osato immaginare, complice anche una stupenda giornata di primavera, ciliegi in fiore, atmosfera felliniana, valzer in piazza e gli stessi studenti sotto i portici da più di settecento anni.
La conduco fino a via Zamboni n°35, l'ingresso monumentale della Biblioteca Universitaria di Bologna e lì le dico con un po' di prosopopea: "Sii mia ospite, Valentina, alla visita privita del Libro de Cocina: il manoscritto quattrocentesco dell'anonimo toscano che riporta in volgare il celeberrimo Liber Coquinae custodito in Francia. Questo nostro Ms. 158 Bolognese è uno dei testi principali a tema cucina del tardo medioevo e la base di tanti progetti di archeologia sperimentale culinaria"

Il resto come faccio a descriverlo?
La bellezza mozzafiato del posto, la squisita gentilezza della dottoressa Flamma che ci ha accolto, la meraviglia di Sua Eccellenza il "Libro de Cocina" e dei suoi segreti, delle sue ricette.
Io posso spendere fiumi di parole, ma credo che le foto che ha scattato la stessa Valentina rendano più giustizia delle mie stesse parole.

Nel futuro vedremo cosa uscirà fuori da questa visita: Nella mia testa c'è la riproposizione di alcune ricette storiche, affiancate ad una pergamena che riproduce il brano del libro de cocina che le descrive, il tutto fotografato ad arte come se fosse una natura morta caravaggesca ❤

Ah, magari ti chiederai: ma alla fine la visita le è piaciuta?
Credo di sì, ma come dicevo sopra, Valentina è molto misurata e discreta nel suo esternare, però m'ha invitato a fare altri scatti visto che è stata soddisfatta di questi, quindi credo che la giornata non le sia valsa buttata 😉
A me decisamente sì! Mi serviva proprio di ritornare al "rapporto personale" con il manoscritto storico, dopo l'esperienza traumatica della mostra "Inferno" in cui i codici erano dietro ad un vetro 🙁 , di potermi in qualche modo "riconnettere" a quel solco di tradizione che - pur indegnamente - provo a proseguire, toccando con mano quelle stesse pagine che ogni giorno cerco di onorare.
E poterlo fare in uno dei posti più belli che abbia mai visto, da "biblioteca ideale", se possibile ancora più bella della più bella che riuscirei ad immaginare, e traboccante di manoscritti storici... quello davvero non ha prezzo.
E come bonus non da poco ho di tutto questo le foto più incredibili che potessi desiderare, perché l'esperienza è stata ritratta da chi con la macchina fotografica crea arte vera.

E se ti arriverà l'invito misterioso dell'amanuense tu che farai?
Lo correresti il rischio?