Tranquilla mamma, mi richiameranno loro

Lasciate che oggi Vi racconti una storia:
C'era una volta, tanto tanto tempo fa, un ragazzo ventenne, iscritto a "Storia e conservazione dei beni culturali", nonostante le obiezioni del padre che sin dalla più tenera età lo sognava ingegnere, tanto da avergli regalato all'età di dieci anni una preziosa Aurora 88, una penna stilografica d'oro con la dedica "per quando firmerai i tuoi progetti".
Questo ragazzo amava molto studiare il mondo antico e come preservarne i resti, ma amava ancor di più la primavera della sua vita, con il profumo dei fiori, e soprattutto i sorrisi invitanti delle ragazze.
Tanto era infatuato delle promesse della gioventù e del frusciare delle gonne corte, che venne il giorno in cui affrontò i genitori facendo loro presente che non stava prendendo gli studi con la giusta serietà e che la cosa più giusta e sensata sarebbe stata quella di abbandonarli e dedicare il suo tempo al lavoro.
Il padre deluso, la madre in lacrime vedevano azzoppato il brillante futuro che speravano per il proprio figliuolo.
Lui, da sempre innamorato delle dichiarazioni eclatanti e nella più sfacciata incoscienza giovanile, affrontò il loro disappunto con un sorriso arrogante ed una frase tipo: "Mamma non piangere se lascio l'università, stai tranquilla: un giorno mi richiameranno loro!", meritandosi così il temuto "lancio della ciavatta" di cui la madre era una specialista.
Passarono gli anni, e quel ragazzo diventò a poco a poco un uomo, affrontando il mondo, la vita ed il lavoro.
Le tante esperienze, alcune belle, altre meno, lo portarono alla fine ad impugnare una penna d'oca, ad aprire un piccolo scriptorium e a vivere di pergamene scritte a mano, come un antico amanuense.
Tanto si dedicò alle belle lettere tracciate alla maniera antica, che a poco a poco l'attività di quest'uomo cominciò ad essere conosciuta ed apprezzata, tanto che un giorno arrivò davvero la convocazione a tornare all'università, ma dalla parte della cattedra per tenere una "lectio magistralis" a chiusura dell'anno accademico della Facolta di Storia e filosofia e parlare della quotidianità di un amanuense, di strumenti, di tecniche, e di come un mestiere così antico possa ancora conciliarsi alla modernità.
Riuscite ad immaginare le lacrime della mamma di fronte ad un figlio che con lo stesso sorriso smargiasso di vent'anni prima le dice: "Ricordi quando ti dichiarai: 'mollo l'università, ma tranquilla: mi richiameranno loro?' Beh, mamma, mi hanno richiamato davvero!"
Questo accadeva a fine aprile dell'anno Domini 2018

Per concludere come farebbe Esopo:" Ὁ μύθος δελοι οτι... (La favola mostra che)" vale la pena di fare le dichiarazioni eclatanti sul tipo "palla otto in buca d'angolo con cinque sponde", purché poi si viva la propria vita nel tentativo di realizzarle ;)