Il calamo viene intagliato nella parte superiore di una canna.
Per essere utilizzabile, la canna deve essere seccata. Questa operazione viene fatta mantenendola ad una temperatura costante (ad esempio in un letamaio) fintantoché non ha perso la propria umidità e si è indurita; di colore biancastro al momento della raccolta, diventa bruno-rossiccio, talvolta più chiaro, talvolta più scuro, e talvolta perfino nero, a seconda del tipo di canna.
Quando la canna è secca, viene intagliata ponendola sul palmo della mano e tagliandola obliquamente con un coltello fino a farle assumere la forma desiderata. L'estremità così ottenuta viene successivamente rifinita in funzione della larghezza della punta che si vuole ottenere. Infine, sull'estremità della punta viene fatta una fessura di qualche centimetro e si fa un intaglio obliquo usando un apposito strumento, una sorta di tavoletta di supporto (denominata makta presso gli Ottomani), in modo da ottenere un angolo di scrittura confacente alla mano dello scriba.
Il calamo viene ritagliato abbastanza spesso perché l'estremità della punta a contatto con la carta si consuma rapidamente.