L'immaginario collettivo vuole lo scriptor medievale ineluttabilmente maschio.
Che sia un austero monaco amanuense curvo sullo scriptorium a copiare testi sacri, o un altero notaio a vergare contratti, o ancora il dotto uomo di penna di un nobile o di un importante membro del clero a scrivere bolle, enfiteusi, o qualunque altro documento della cancelleria.
Oggi invece - su suggerimento della biblioteca Riccardiana di Firenze - vi mostro il lavoro di Benedetta, moglie di Piero di Antonio Niccoli residente a Firenze.
Correva l'anno Domini 1464, e più precisamente il giorno 20 di Marzo quando Benedetta finiva il suo lavoro di copia di un insieme di testi sacri e profani, in volgare dell'epoca (indicazione bibliografica: Ricc.1429), vergati in una notevole corsiva mercantile, consistente e regolare, che mostra una notevole abitudine e sicurezza nella scrittura (guarda che bella mano, e che ritmo armonico del flusso! Da "maniaco" qual sono le rimprovero giusto l'uso di una penna non sufficientemente affilata che non sottolinea quindi i contrasti fra i tratti sottili e quelli spessi).
Benedetta mostra di essere una donna di lettere istruita e tanto autonoma da poter disporre di testi da copiare “molto a nostro [cioè suo] amaestramento”.
Con questo auguro il mio BUON OTTO MARZO a tutte!
Che siano un'emancipazione ed una parità fatta di studio, lettere e bellezza! ❤